Luigi Sbarra su “La Stampa”: “È solo un compromesso, porterà nuove tensioni”

#Ripartiamoinsieme, #CgilCislUil, Dobbiamo riprendere subito la via del confronto. È necessario entrare in una vera stagione di ripresa degli investimenti, di utilizzo trasparente delle risorse europee e nazionali per sostenere la ricostruzione del paese.

Il paese non ha bisogno oggi di tensioni e scontri sociali, siamo impegnati ad evitarli. Sarebbe un disastro sommare al milione di persone che hanno perso il lavoro, una nuova ondata di licenziamenti. Bisogna invece rispettare i lavoratori e le tante famiglie che hanno fatto sacrifici immensi in questi mesi terribili di pandemia. Per questo stiamo chiedendo di allineare l’uscita del blocco dei licenziamenti a fine Giugno con quella degli altri settori in difficoltà prevista a fine ottobre. Avremo così più tempo per consolidare il recupero di produzione e dare profondità alle riforme su ammortizzatori sociali, rilancio delle politiche attive, investimenti sulla formazione.

Ci sono tante vertenze ferme al Mise dove in ballo ci sono più di centomila posti di lavoro. Rifinanziamento della cassa Covid e blocco dei licenziamenti vanno prolungati per tutte le aziende almeno sino alla fine di Ottobre, così come e’ stato fatto in questi 15 mesi.

Luigi Sbarra su “L’Eco di Bergamo”: “La ripartenza senza protezioni sociali messaggio sbagliato”

I dati sull’aumento della povertà, un milione di posti di lavoro persi nell’ultimo anno, 5 miliardi quasi di ore di cassa integrazione e 40 miliardi di massa salariale bruciata dalla crisi, cento vertenze ferme al Mise: questi sono i numeri veri che non possono lasciarci indifferenti rispetto alla urgente necessità di approntare misure che rafforzino le protezioni sociali. Bisogna ricostruire insieme il Paese: questo è l’appello che lanceremo sabato nelle nostre tre manifestazioni a Firenze, Torino, Bari.

Far ripartire il lavoro significa creare quelle condizioni di contesto per favorire gli investimenti, sbloccando in primo luogo tutte le grandi opere infrastrutturali, costruendo soluzioni alle tante crisi aziendali aperte al Mise e nei territori ed affrontando il tema della giusta transizione industriale, tecnologica, energetica, ambientale. Ciascuno deve fare la propria parte.

Per la Cisl rimane fondamentale cambiare il modello di crescita e sviluppo mettendo al centro il valore e la dignità della persona. Le conseguenze terribili della pandemia non possono essere pagate dai più deboli. Dalla emergenza sanitaria dobbiamo uscire cambiando in meglio le condizioni del mondo del lavoro. Non può prevalere la logica fredda del profitto e del mercato selvaggio e senza regole.

Logistica, è alta tensione. Luigi Sbarra su “Avvenire”: “Salvare il lavoro”

La tragica morte del giovane sindacalista, padre di due figli, ci ha molto colpito ed addolorato. Nel paese esistono diversità e sensibilità diverse nell’esercizio della rappresentanza sociale e sindacale , tante differenze storiche tra il sindacalismo confederale e le posizioni delle sigle autonome. Ma la libertà sindacale va sempre rispettata e garantita perché è sinonimo di democrazia in un paese civile.

Affidare la materia della regolazione dei contratti al Parlamento sarebbe oggi un vero disastro ed una grave intromissione nel ruolo libero ed autonomo delle parti sociali. Noi riteniamo che bisogna far attuare gli accordi che abbiamo sottoscritto con le associazioni imprenditoriali per certificare e regolare la rappresentanza del sindacato e delle imprese, proprio per arginare i contratti pirata ed il dumping salariale.

Lavoriamo insieme ad un grande patto sociale per ricostruire il paese, attuando il PNRR con le necessarie riforme del fisco, delle pensioni, della P.A., della scuola, rilanciamo investimenti su infrastrutture, politiche industriali, innovazione, ricerca, formazione, non autosufficienza, Sud. Questo diremo con grande forza anche sabato prossimo, il 26 giugno, nelle tre grandi manifestazioni unitarie che faremo a Torino, Firenze, Bari.

Luigi Sbarra su “Il Messaggero”: “Basta violenze, appello al governo sugli investimenti”

È un fatto grave che ha colpito tutti i lavoratori italiani la morte del sindacalista di 37 anni, padre di due figli, investito durante un presidio sindacale. Siamo profondamente vicini alla famiglia di questo nostro collega.

La Cisl e tutto il movimento sindacale hanno condannato fermamente questo clima di ostracismo nei confronti della libera attività sindacale, in particolare nella logistica dove in molti casi perdura una situazione selvaggia di sfruttamento dei lavoratori. C’è un brutto clima nel paese. Le conseguenze terribili della pandemia non possono essere pagate dai più deboli.

In queste condizioni sarebbe davvero un disastro lasciare libertà di licenziare dal primo luglio facendo pagare i costi di riorganizzazioni e ristrutturazioni ai lavoratori. Sarebbe altra benzina sul fuoco. Ecco perché lanciamo un appello al Premier Draghi, al Governo, a tutte le forze politiche: cambiate quel decreto. Spostate almeno fino alle fine di ottobre il blocco dei licenziamenti.

Rosy Perrone: “La crisi aggredisce l’occupazione. Quali le contromisure di Comune e Metriocity di Reggio Calabria?”

“Dall’inizio della pandemia Covid-19, fino all’ultimo rilevamento dei numeri relativi allo stato occupazionale del territorio metropolitano, 2020, l’economia reggina ha perso 2000 posti lavoro. Dunque, in poco meno di due anni, 2000 famiglie o quasi, costrette a fare i conti con il muro della crisi. E in un contesto sociale in cui la ‘voce’ lavoro non è certo tra le prime tra gli indicatori economici, ne vien fuori un quadro allarmante. Ma è ancor più singolare il fatto che il Comune capoluogo della Metrocity, Reggio Calabria, attivi una Task Force su economia su imprese e occupazione senza un confronto con le parti sociali. Forse di occupazione ormai è difficile trattare? Bene l’idea unico e – ribadisco – singolare, il metodo in netta contraddizione con il confronto continuo con i sindacati da parte del Governo Draghi. Ma si sa, alle nostre latitudini tutto può succedere! Una componente di profili certamente illustri, che discutono di misure a sostegno delle imprese per favorire il rilancio e la ripartenza dell’economia e del tessuto produttivo locale è da salutare positivamente ma non nell’ottica del confronto per la costruzione delle politiche di sostegno alle imprese e conseguenzialmente di ripresa occupazionale. Sul tavolo temi che riguardano settori strategici per il futuro della nostra terra. Temi strutturalmente inseriti nell’agenda Cisl e per i quali sono state messe in campo azioni forti, ma soprattutto di coinvolgimento con tutti gli attori sociali ed istituzionali della città. Ma questa è un’altra storia. E forse, un altro stile”. Queste le parole rilasciate da Rosy Perrone, Segretaria generale Cisl Reggio Calabria.

Luigi Sbarra a “Il Giornale”: “Draghi tratti con noi e fermi i licenziamenti almeno fino ad ottobre”

Il Governo deve riaprire il confronto con il sindacato. Occorre buon senso e responsabilità da parte di tutte le forze politiche che sostengono l’esecutivo. Bisogna prolungare il blocco almeno fino alla fine di ottobre in modo da evitare una valanga di licenziamenti che anche la Banca d’Italia ha quantificato in più di 500 mila lavoratori.

Il paese si cura con il lavoro e gli investimenti non con i licenziamenti. Non ci sono segmenti produttivi indenni. Sediamoci intorno ad un tavolo e troveremo le soluzioni più adeguate per realizzare l’obiettivo di zero esuberi e zero licenziamenti.

Pensiamo che questo sia il momento delle responsabilità condivise. Abbiamo bisogno di un grande patto sociale per la crescita economica ed il lavoro. È la sfida che lanciamo al Governo.

Luigi Sbarra su “Il Dubbio”: “Blocco dei licenziamenti, la Ue sta sbagliando”

La Commissione Europea ignora o non conosce bene la grave situazione occupazionale del nostro paese. Abbiamo perso già oltre un milione di posti di lavoro e chi poteva licenziare lo ha già fatto per effetto delle deroghe al blocco. Si tratta dunque di evitare un’altra valanga di licenziamenti. Mantenere il blocco almeno fino ad ottobre è solo una proposta di buon senso. Un atto di responsabilità, in linea con l’appello di ieri del Presidente della Repubblica Mattarella che ci chiede uno sforzo collettivo.

Gli altri paesi hanno un sistema di protezioni sociali che funziona bene. Noi siamo molto in ritardo sia sulla riforma degli ammortizzatori, sia sulle politiche attive. Abbiamo poi oltre cento vertenze aperte al Mise dove sono in ballo migliaia di posti di lavoro che rischiano di saltare se non si trovano delle soluzioni adeguate di reindustrializzazione. Abbiamo bisogno di più tempo per affrontare queste questioni spinose.

Noi incontreremo la prossima settimana segretari di partito, tutti i gruppi parlamentari e le forze politiche. Aumenteremo la nostra pressione ed andremo avanti nella mobilitazione sui luoghi di lavoro per far modificare il sostegni bis . D’altra parte erano stati proprio alcuni partiti che sostengono il Governo a presentare degli emendamenti per prolungare il blocco dei licenziamenti sino alla fine dell’anno convinti, come noi, che le ragioni che hanno portato un anno fa al blocco sono ancora aperte ed irrisolte.

“Quali sono le politiche della Metrocity nel percorso di rilancio del Porto di Gioia Tauro?”

Abbiamo seguito attentamente le fasi di rilancio delle quali è stato protagonista il management dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro. Con l’Ammiraglio Agostinelli, già Commissario e da poco Presiedente dell’Autority, abbiamo attivato un confronto proficuo che tendesse a valorizzare le prerogative e le specificità della grande infrastruttura reggina. Dall’attenzione del livello occupazionale, ad una nuova strategia di sviluppo che concepisse la centralità della piattaforma Italia, nel cuore del Mediterraneo, e la sua naturale porta d’ingresso che è caratterizzata appunto, dal Porto di Gioia Tauro. La movimentazione commerciale e le nuove strutture di cui si è dotata il Porto, lo hanno di fatto, inserito a pieno titolo concettualmente e infrastrutturalmente, tra i punti di contatto più strategici tra Europa e Mediterraneo. E dal punto di vista intermodale, il gateway ferroviario, che dovrebbe facilitare l’accesso al porto e la realizzazione dell’Alta Velocità fino a Reggio Calabria, prevista dal Piano del Recovery, lo consacreranno come struttura del futuro, sulla quale puntare per l’effettiva rinascita dei nostri territori.

Ma in tutto questo percorso virtuoso, ci domandiamo, quali sono i progetti collaterali messi in campo dalla Metrocity? Perché abbiamo la sensazione che sia un ‘entità’ avulsa da un processo di rigenerazione economica e commerciale, fortemente attivato dall’Autorità Portuale. Quali sono le proposte inserite nel Recovery Plan da parte dell’amministrazione metropolitana per dare un lungo respiro ad una fase storica di rilancio? E ancora, ci sono iniziative progettuali per la Zes, per il retroporto, tali da incentivare l’insediamento di nuove realtà commerciali? E le vie di collegamento interne, nel cuore della Piana di Gioia, sono accessibili dal punto di vista della mobilità e del decoro urbano? Ci domandiamo inoltre, se questa classe dirigente abbia intuito o percepito l’importanza di un’infrastruttura, considerata dal mondo intero, trait d’union tra Europa e Mediterraneo?

Trasporti, logistica, commercio, nuove economie sul territorio e nuova organizzazione sociale. Tutti temi che andrebbero sviluppati attraverso una politica portuale vigorosa. Ma per programmare e costruire una visione, occorre avere contezza di cosa sia o meglio, di cosa rappresenti il Mediterraneo.

Lo chiediamo pubblicamente ad una classe dirigente poco attenta ad una risorsa imprescindibile, per storia e identità, non solo della Calabria. Il Mediterraneo, non costituisce solo una ‘superficie di trasporto’; ma le ‘sue navi’, le ‘sue rotte’ e i porti che su esso si affacciano, rappresentano gli strumenti economici al servizio delle città, in grado di generare nuove economie e nuove approcci urbani. Dunque pensiamo che sia fondamentale una nuova politica per i porti, per garantire un effettivo rilancio della presenza nel Mediterraneo. Ovvero, i porti del Mediterraneo e le loro trasformazioni vanno accompagnate e non subite; vanno incentivate e valorizzate azioni messe in campo dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro, per creare uno snodo strategico che fortifichi la rete dei collegamenti dei sistemi economici.

Anche perché, siamo convinti che anche nel post pandemia la logistica continuerà a svolgere un ruolo centrale nell’orientare lo sviluppo delle produzioni e degli scambi, e di conseguenza, il Mediterraneo si troverà nel cuore di un confronto competitivo tra le grandi potenze economiche. Dobbiamo però, farci trovare pronti! L’Autority deve poter contare su Stato, Regione Calabria e soprattutto Metrocity.

Cgil Reggio Calabria Cgil Piana di Gioia Tauro Cisl Reggio Calabria Uil Reggio Calabria

Gregorio Pititto
Celeste Logiacco
Rosi Perrone
Nuccio Azzarà