Si è tenuto mercoledì 31 marzo un incontro tra i segretari generali provinciali CGIL, CISL, UIL e il presidente dell’Associazione Comuni Area dello Stretto, Sandro Repaci, primo cittadino del Comune di Campo Calabro. Si consolida dunque il percorso voluto e promosso dalle organizzazioni sindacali, per costruire un’agenda unitaria e condivisa con i territori e gli enti locali, per far fronte alle criticità e alle difficoltà dell’area metropolitana, soprattutto in un contesto di crisi pandemica. Crisi che non tende a diradarsi considerando un piano vaccinale che va a rilento, e soprattutto per via di un’attività di approvvigionamento delle dosi che ancora non sembra trovare uniformità e efficienza, da parte del Governo centrale.

Far emergere le specificità e i bisogni del territorio per cercare delle soluzioni concrete: è stato questo lo spirito sul quale si è ragionato, considerando come ultima chiamata quella degli investimenti del Recovery Plan. Ed in questa fase storica, proprio l’area dello Stretto avrebbe un ruolo fondamentale per i punti di ricaduta che avrebbero i progetti previsti, soprattutto relativi all’attività messa in campo dall’Autorità di sistema dello Stretto. Occorre una visione d’insieme per toccare con mano i problemi che interessano la comunità metropolitana. I temi delle infrastrutture e trasporti sarebbero in capo alla scheda delle risoluzioni di quello che è il nuovo ‘Piano nazionale di Ripresa e Resilienza’.

E poi le questioni lavoro, welfare, aree interne, beni culturali, viabilità, servizi, rifiuti e soprattutto quella della sanità, sul ‘tavolo’ del dibattito con il sindaco Repaci, il quale ha manifestato apprezzamento per la dimostrazione inclusiva creata dalle sigle sindacali: «Un’occasione data alle associazioni dei comuni, quasi sempre anatre zoppe, per ragioni politiche o di ambientamento in una nuova conglomerazione istituzionale. Ma proprio per questo, colgo il grande sforzo dei corpi intermedi di voler allacciare un dialogo proficuo, nell’esclusivo interesse delle comunità di riferimento». «E’ vero anche – continua Repaci – che il sistema elettivo della Città Metropolitana e della relativa governance, genera un sistema non adeguato alle esigenze dei territori, aggiungendo delle difficoltà a delle difficoltà persistenti».

Continua Repaci: «Lavoriamo assieme valorizzando le peculiarità dell’area dello Stretto, partendo da quello che abbiamo piuttosto che immaginando quello che vorremmo. Sarebbe una grande base di partenza. Aggredendo una criticità su tutte: l’anomalia secondo la quale la Zes non comprenda l’area industriale di Campo Calabro – Villa S.Giovanni. Così come quella di Pellaro. Incomprensibile! Queste rappresentano delle potenzialità, ma se non vengono valorizzate rischiano di diventare un peso. Nella fattispecie a Campo Calabro, si è cercato di ristabilire la centralità dell’autorità comunale proprio per far valere l’importanza strategica dell’arteria nella quale insiste la zona industriale, che è sotto giurisdizione del Corap, ex ASI».

Infine si è sintetizzato un approccio ed una road map, attraverso i quali sviluppare una visione comune che produca politiche forti che valorizzino i territori, dalla lotta al degrado, alla costruzione di rete tra comuni dell’area metropolitana, al potenziamento dei collegamenti degli itinerari dei beni culturali dell’intero territorio, tenendo presente anche l’importanza del Parco nazionale dell’Aspromonte, a finire allo sviluppo della Zes e dei collegamenti sullo Stretto. Temi e prospettive che saranno discusse e affrontate in un più ampio ragionamento che coinvolga tutti i soggetti sociali ed istituzionali. E’ partita la sfida degli Stati Generali Metropolitani.