Ust Cisl Reggio Calabria al XII Congresso Usr Calabria #crescereperilfuturo #cittametropolitana

18-19 maggio 2017 Lavoro e Solidarietà una prospettiva per la Calabria
Con la relazione del segretario generale Paolo Tramonti hanno preso il via i lavori del XII Congresso della Cisl Calabria quest’anno incentrato sul tema “Lavoro e solidarietà – Una nuova prospettiva per la Calabria”. Alla presenza del segretario generale FAI Cisl Luigi Sbarra, di autorità, dirigenti, delegati, iscritti e simpatizzanti, Tramonti ha fornito un dettagliato excursus sull’attuale situazione in cui versa l’Italia e di conseguenza, ma con un impatto ancor più grave, la Calabria. Le difficoltà occupazionali della nostra regione, così come previsto dal tema scelto per la celebrazione del congresso, hanno costituito gran parte dell’intervento del segretario, il quale ha voluto evidenziare come “lavoro e sviluppo debbano camminare all’unisono per una crescita armonica del territorio, poiché si alimentano a vicenda”, insieme ad una “centralità della persona che sia caratterizzata da dignità, etica, solidarietà, libertà e legalità”. Nonostante un focus sul mondo lavorativo, appunto, diverse sono state le tematiche trattate ed analizzate dal punto di vista sindacale in merito le quali sono stati significativi i risultati ottenuti sul campo: dalle infrastrutture ai trasporti, passando per la forestazione e l’agricoltura arrivando al turismo ed alla sanità, al sociale ed al welfare. Un particolare approfondimento ha riguardato il legame tra sviluppo e legalità, rispetto il quale Tramonti ha evidenziato: “Non possono esistere l’uno senza l’altra, devono incontrarsi e non viaggiare su binari che per loro definizione sono solo paralleli e destinati ad incrociarsi una tantum”. Il segretario generale Cisl ha fornito dati e numeri, disegnando un’immagine della Calabria dove ai problemi atavici, tra cui la pesantissima invasività della criminalità organizzata, si affiancano quelli dettati da una congiuntura storica ed economica che sta producendo povertà e disagio. “Difficoltà – ha detto Tramonti – che non possono essere superate soltanto destinando altre risorse al Sud, perché non vogliamo assistenzialismo, bensì interrompendo meccanismi perversi che rallentano dinamiche improntate alla crescita”. Per quanto riguarda il fronte occupazionale, invece, il segretario ha ribadito la necessità “di un Piano Straordinario per il Lavoro e l’Occupazione che dovrà concentrarsi sulla creazione di possibilità, in particolare attraverso l’incremento di promozione di domanda ed offerta, aiutando anche la nascita di settori di attività economica e nuove professionalità. Un Piano legato alle prospettive di rilancio economico e produttivo attraverso la concentrazione su obiettivi precisi e tramite l’utilizzo di risorse comunitarie, nazionali e regionali”, la quali, ha concluso soffermandosi sull’entità di tali risorse, “rappresentano iter importantissimi di cui va seguita l’efficienza e l’efficacia soprattutto in questo particolare momento”. La due giorni del congresso si avvarrà dell’intervento conclusivo della segretaria generale Cisl Annamaria Furlan, cui seguirà l’elezione degli organismi statutari.

CISL RC: “IL 1° MAGGIO A PORTELLA DELLA GINESTRA”

“Portella della Ginestra richiama alla memoria una dolorosa strage che il 1° maggio 1947 pose fine alla vita di undici persone riunite per celebrare la rinascita della Festa dei lavoratori. In questo 2017, quindi, ricorrono i 70 anni dall’eccidio ed anche la Cisl Reggio Calabria sarà alla manifestazione nazionale in provincia di Palermo per partecipare alla doppia ricorrenza”. Lo annuncia Rosi Perrone, segretario generale Cisl Reggio Calabria che, nel contempo commenta: “Al di là della simbologia e della memoria storica che abbiamo il dovere di tutelare e tramandare, non possiamo, però, sottacere un’altra tipologia di dramma, forse più silenziosa ma non meno preoccupante: quella di chi un primo maggio non può festeggiarlo. Come, infatti, potrebbero tantissimi italiani esaltare qualcosa che per loro, purtroppo, non esiste? Cosa può rappresentare tale data per la Calabria che, secondo i recentissimi dati Eurostat, è la regione con il maggior tasso di disoccupazione giovanile preceduta solo da due aree africane? Quando potrà onorare questa giornata la comunità della Città Metropolitana dove tutto sembra immobile, in particolare quelle iniziative di sviluppo che potrebbero portare occupazione?”. “Ecco perché – aggiunge Perrone – oltre la presenza, oltre le dichiarazioni di circostanza, oltre le giuste commemorazioni, questo 1° maggio deve essere innanzitutto un incitamento per le istituzioni, soprattutto locali, affinché mettano in campo tutte le azioni possibili propedeutiche a garantire risposte in un ambito fondamentale per la dignità di ogni essere umano. Una dignità quotidianamente calpestata da pressante disoccupazione o da lavoro illegale e a zero tutele, una dignità che i nostri giovani trovano altrove, una dignità che i piccoli imprenditori perdono dietro una saracinesca chiusa. In tale ottica quindi ritengo che risieda, alla luce della fase che stiamo vivendo, l’attualità della festa 1° maggio: essa deve tornare ad essere percepita nella sua essenza prioritaria e non, come purtroppo accade, quale evento per pochi privilegiati, soprattutto alle nostre latitudini”. “Noi ci siamo – rimarca – vogliamo continuare a stimolare il confronto, intendiamo essere propositivi cercando di mettere a disposizione il nostro know – how acquisito nel tempo e sul campo, ma è altrettanto necessario che non si disperdano le opportunità offerte dalla città metropolitana che rappresenta un’unica, e forse l’ultima, occasione per mettere in moto investimenti che a cascata possano irradiare benessere e possibilità lavorative per l’intero territorio”. “Che il 1° maggio – conclude Perrone – funga da seria riflessione perciò e costituisca un nuovo punto di partenza per misure corali che funzionino a lungo termine senza far ricorso a soluzioni tampone per situazioni momentanee che, superato l’allarme, si ripropongono in maniera ancor più grave. Esserci sì, dunque, ma agire in primis. Per noi è chiara questa rinnovata lettura del 1° maggio. Ci chiediamo se sia altrettanto chiaro per coloro che hanno doveri non procrastinabili verso il territorio che amministrano. Sia questa ricorrenza il momento dell’assunzione, reale, di responsabilità. Chi guida la res publica renda tangibili le potenzialità progettuali trasformandole da idee in percorsi effettivi. Dal fronte sindacale arriveranno dichiarazioni di soddisfazione quando, finalmente, riusciremo a vedere cantieri aperti. Ma non basterà solo il loro avvio: dovrà essere facile appurare, nella massima trasparenza, sia l’iter delle opere da realizzare sia la legalità tra e per la forza lavoro impiegata”.

CRISI SETTORE EDILE, CISL RC: “INTERVENIRE IMMEDIATAMENTE”

“Il ramo delle costruzioni è uno dei pilastri storici del nostro tessuto economico ma nonostante ciò che da sempre rappresenta, e come sottolineato da coloro che a vari livelli vi operano, vive una forte crisi: sofferenza che deve essere rimarcata proprio alla luce del ruolo che tale comparto ha rivestito e riveste nel buon andamento del contesto produttivo ed occupazionale della città metropolitana”. Lo affermano Rosi Perrone, segretario generale Cisl Reggio Calabria ed Enzo Corsaro, segretario Filca-Cisl Reggio Calabria. “La disoccupazione altamente dilagante – precisa proprio Corsaro ricordando l’appello lanciato qualche giorno addietro dal presidente di Ance Calabria – è lo scotto più grave di tale condizione di stallo, con famiglie allo stremo e scarsissime possibilità di ricollocazione per operai e altri addetti, la cui vita è attualmente scandita da seri problemi di sopravvivenza. Sono impellenti i bisogni che palesa il settore edile, così come le ramificazioni ad esso connesse”. “Il nostro pensiero – spiegano Perrone e Corsaro – va in primis alla programmazione che dovrebbe essere già delineata riguardo tutte le risorse previste per Reggio come comune e per il nuovo ente gestionale che interessa ben altre 97 realtà calabresi: parliamo, giusto per citare qualche esempio, dei Patti per il Sud e di quelli per la Calabria e per la città metropolitana. Tutti finanziamenti che, qualora si avesse una concreta capacità di spesa ed una programmazione strategica e lungimirante in grado anche di realizzare progetti collaterali (ove sia possibile), potrebbero mettere in moto tanti cantieri, fornire lavoro, fare girare l’economia, garantire benefici alle comunità dal punto di vista infrastrutturale per creare collegamenti idonei sia per l’entroterra che verso altre località, sul fronte della sicurezza idrogeologica, di quella scolastica e degli edifici pubblici ed anche sotto l’aspetto sanitario riguardo la costruzione dei nuovi ospedali. Insomma, un motore vero e proprio che rischia di incepparsi irreversibilmente con gravissime conseguenze”. “Un aspetto da non trascurare – aggiungono Filca e Cisl – è che determinate, e pesanti, lentezze, collimano spesso con veri e propri nodi burocratici che non si riesce, a diversi livelli, a sciogliere, allungando i tempi e non trasformando in spesa le risorse. La città metropolitana, con tutte le somme annunciate, è un’opportunità storica per il territorio e per l’area dello Stretto: occasione che non si riproporrà e che quindi deve essere colta in pieno oggi. Non possiamo permettere che iter burocratici per niente snelli ed eventuali mancanze di professionalità in grado di assicurare certi standard, facciano perdere quest’importantissima chance di sviluppo”. “E’ imprescindibile – dice Corsaro – un’assunzione di responsabilità per uscire dall’impasse, per velocizzare i cantieri già in itinere, per fornire risposte al comparto delle costruzioni, alle imprese, al cittadino”. “Come Cisl e Filca Cisl – rimarcano ancora Perrone e Corsaro – auspichiamo che si possa presto verificare lo stato delle risorse immediatamente disponibili e riteniamo assolutamente necessario che quei, ancora pochi purtroppo, progetti che vedono la luce siano curati da professionalità. Non possiamo infatti più assistere a situazioni quale quella generata dal bando governativo per la riqualificazione delle periferie che ci ha visto ultimi come comune e come città metropolitana. Abbiamo facoltà di architettura, ingegneria ed economia presenti e moderne sul territorio. Perché, ad esempio, non pensare di coinvolgerle nella creazione di una rete finalizzata, chiamandole in causa cosicché qualsiasi intervento sia caratterizzato da criteri di qualità soprattutto? Diciamo basta alle attese ed alle parole, bisogna passare ad una visione strategica: solo per la delineazione di una programmazione in tal senso siamo disponibili al confronto, a patto che ciò avvenga a breve termine. Chiediamo azioni tangibili affinché chi ha potere decisionale, dai vertici regionali sino a quelli locali, riesca a rimuovere quei ritardi che stanno soffocando non solo il settore in questione ma un intero territorio, il quale da un comparto costruzioni veloce e reattivo registrerebbe delle ricadute positive: idee di crescita che ormai, alle nostre latitudini, stanno divenendo sempre più miraggi”. “La città metropolitana – concludono i sindacalisti – non ha bisogno di attraenti illusioni ma di realtà solide”.

PERRONE (CISL): “ANCORA PAROLE? IL TERRITORIO SOFFRE, BISOGNA AGIRE”.

“Ormai, purtroppo, le cronache non fanno altro che consegnarci spaccati di disagio registrato a tutti i livelli del territorio metropolitano. Leggiamo appelli che provengono dalle diverse categorie produttive, dai cittadini, dal mondo associazionistico e persino religioso: emblema di una condizione di esasperazione che non lascia spazio alla fantasia”. E’ quanto dichiara Rosi Perrone, segretario generale Cisl Reggio Calabria, la quale ritiene improcrastinabile “un confronto serio e produttivo che faccia chiarezza su come si intenda costruire e definire la Città Metropolitana in tutte le sue componenti senza il rischio che questa resti un contenitore privo di idee organiche e contenuti”. “In ambito trasporti, soprattutto per ciò che concerne l’aeroporto Tito Minniti – spiega Perrone – ascoltiamo da mesi proclami e mestamente assistiamo a situazioni che mortificano il sacrosanto diritto alla mobilità e alla certezza occupazionale dei lavoratori sino adesso impiegati nello scalo. Il tutto senza un piano industriale che ci faccia anche solo pensare ad una progettualità lungimirante per il rilancio. Al porto di Goia Tauro, nonostante qualche segnale distensivo, vi è una situazione ancor più grave del drammatico per una realtà, dal punto di vista lavorativo ed economico, asfittica quale quella reggina. Una struttura abbandonata dal governo nazionale su questione Zes e autorità portuale, ad esempio, e, di conseguenza, poco attenzionata da quello regionale che avrebbe dovuto porsi come interlocutore più autorevole per garantire determinati standard, sebbene oggi Oliverio richiami tutti all’unità. Un invito che per primi, ed in solitudine, i sindacati hanno sempre inoltrato ricevendo risposte vane”. “Non troviamo di meglio neppure – aggiunge il segretario Cisl – nell’ambito sanitario: i cittadini vedono sempre più labile l’inviolabile diritto alla salute ed emigrano per trovare situazioni più consone, il personale cerca di sopperire a mancanza di assunzioni e a condizioni non adeguate per svolgere al meglio il servizio. Poi, tutti insieme ed impotenti, si osserva la querelle infinita tra l’esecutivo regionale ed il commissario. E come non raccogliere – prosegue Perrone – il grido di allarme di Ance Calabria che denuncia una mole ingente di risorse a disposizione dei vari enti locali calabresi (regione, comuni, province, città metropolitana di Reggio) ma, al contempo, un’assoluta incapacità di spesa, una morsa burocratica pesante con fondi che non diventano cantieri? Il che si traduce nel soffocamento di uno dei pilastri dell’economia cittadina e regionale. A ciò si aggiunga la recentissima e molto preoccupante dichiarazione di Michele Emiliano che parla dei Patti per il Mezzogiorno e delle città metropolitane come ‘una presa in giro’. Siamo di fronte ad allarmismi certi o ad affermazioni dettate dalla campagna elettorale che caratterizza il Pd in questo momento? Anche per questo chiediamo la verità su questi iter governativi”. “Deve finire il tempo delle parole. La gente – rimarca Perrone – vive in uno stato di reale indigenza. La cosiddetta fuga dei cervelli è pane quotidiano, così come lo sono i cervelli in gabbia: giovani che restano ma la cui preparazione è svilita da mansioni mal pagate o poco adeguate alla loro formazione e le cui capacità, invece, potrebbero rappresentare un vivaio ricco di competenze qualora vi fosse programmazione. Il lavoro latita, la progettualità altrettanto, il sentimento di abbandono da parte delle Istituzioni si fa largo in ogni strato dell’assetto sociale e, tra un po’, anche la speranza di un miglioramento abbandonerà queste latitudini. Chiediamo con urgenza – conclude – una vera assunzione di responsabilità che non sia legata ad interessi di parte, al consolidamento di posizioni interne ai partiti o all’inseguimento di poltrone future ed un dialogo aperto tra tutti gli attori preposti affinché i fatti diventino tali. Il tempo in questi casi non è galantuomo”.